Le pietre khuyas

L’uso energetico delle pietre Khuyas

di Arnaldo Quispe

Traduzione di Maria Grazia Mauri
Articolo pubblicato qui

Le pietre khuyas sono pietre energetiche utilizzate da un lignaggio di sciamani andini per lavorare coi ñawis (chakras) e con la struttura energetica chumpi (fasce energetiche). Ad ogni chumpi ed a ogni ñawi è assegnata la sua pietra energetica corrispondente, le quali si distinguono nella forma, (per esempio nel numero di lati, due, tre, o quattro), o nelle incisioni o disegni impressi. Il numero totale di khuyas, normalmente, è di cinque, sette o nove.
Il materiale ideale con cui fabbricarle è l’ematite rossa o nera, minerale di gran durezza che possiede contemporaneamente le stesse proprietà del cristallo e del magnete. Si possono trovare anche di marmo o alabastro (pietra di Huamanga), perchè più facili da lavorare. Le khuyas sono utilizzate per aprire i ñawis, (ñawi kichay), per estrarre la hucha (energia pesante), e successivamente per chiuderli; per tessere i chumpis, (chumpi away), cioè fortificare le fasce del nostro corpo energetico (poqpo), per creare l’involucro energetico (walthay), affinchè ci protegga bene.
Prima di utilizzare le pietre per qualsiasi scopo, è necessario purificarle, nel mondo andino le pietre hanno identità, vitalità ed energia e per questo motivo meritano attenzione, per il loro effetto immateriale. Le pietre Khuyas sono vive.
Ci sono molti metodi di purificazione, per esempio:
  • Lasciarle esposte alla luce della luna piena, perché si purificano e caricano di energia sami.
  • Lasciarle sotto il getto dell’acqua che scorre di un rubinetto.
  • Lasciarle avvolte in carta o cartone nel frigorifero durante la notte, il freddo ha un potere purificatore.
  • Lasciare esposte le pietre durante l’alba, al sorgere del sole, per un’ora.
Mentre si fanno queste operazioni, è possibile anche meditare e visualizzare modi differenti per canalizzare l’energia ed indirizzarla nelle pietre, che accoglieranno l’energia pura sami.
Per le persone che praticano Reiki, la meditazione e visualizzazione diretta è una possibile forma psichica da applicare alle pietre per purificarle. Mentre meditate, tenete le pietre nelle mani, poi visualizzate le tecniche scelte, mentalmente ed energeticamente; ciò è possibile solo se le pietre sono state già purificate precedentemente dal suo proprietario in maniera fisica, ed avendo già eliminato ogni forza pesante contenuta.
Se lavoriamo con la Mesa andina, (misha), o altri oggetti di potere, le pietre sono efficienti canali per trasformare l’ energia pesante in energia raffinata. E’ possibile anche caricare altre pietre per massaggio o per lavori energetici, dal momento in cui le nostre khuyas sono operative. Le Khuyas sono personali, perchè creano una sinergia con chi le utilizza e non è raccomandabile usare le khuyas altrui.
Tuttavia in una cosmovisióne andina flessibile, reciproca ed aperta al mondo, è possibile usare qualunque tipo di pietre come khuyas, ed è utile il rituale andino del pagapu, per ottenere il permesso simbolico del cosmo andino e della Pachamama. Se non è possibile procurarsi delle pietre originali khuyas, si possono usare pietre comuni ricevute e caricate col pago (pagapu) o caricate da un guaritore andino che conosce questi metodi ancestrali.
Possiamo così comprendere che la conoscenza ancestrale andina è complessa e molto specializzata, frutto di 5.000 anni di storia e possiede un linguaggio, una cultura, una cosmovisione con sistemi di pensiero propri. Queste conoscenze ancestrali, conservate da un’antica casta di guaritori andini, preserva la tradizione che si trasmette in modo selettivo a chi ha la mente aperta ed il cuore degno.