Viaggi astrali? No, instabilità neurali
il lunedì 18 luglio 2011 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto

I cosiddetti viaggi astrali, o OOBE esperienze fuori del corpo, non sarebbero altro che instabilità neurali nei lobi temporali del cervello, secondo un nuovo studio

Sono conosciute con diversi nomi le esperienze fuori del corpo: c’è chi le chiama viaggi astrali, chi OOBE, l’acronimo di Out of Body Experiences. Ma, in sostanza, si tratta di particolari situazioni in cui la persona ha la sensazione di uscire dal proprio corpo e compiere, in alcuni casi, dei propri e veri spostamenti nello spazio.

Spesso queste esperienze, laddove non siano materia di vanto di qualche “guru” new age, sono associate a eventi traumatici come incidenti, malattie come l’epilessia, l’emicrania o altre patologie mentali. Tuttavia, si ritiene che anche le persone perfettamente normali possano avere di queste esperienze extracorporee.

Incuriositi dal fenomeno, i ricercatori del Behavioural Brain Sciences Centre, presso la School of Psychology dell’Università di Birmingham, hanno deciso di condurre uno studio per analizzare e comprendere cosa provochi queste esperienze. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Cortex di Elsevier.
Il dottor Jason Braithwaite e colleghi hanno indagato i fattori sottostanti associati alla propensione degli individui sani ad avere un'OOBE. Lo scopo dello studio è stato quello di capire come queste “allucinazioni” possano verificarsi, come lavori il normale processo mentale “nel corpo” e perché, quando si rompe, produca queste esperienze sorprendenti.

Per fare ciò, i ricercatori hanno reclutato un gruppo di persone normali, tra cui vi erano anche alcuni “viaggiatori fuori del corpo”, noti anche per la loro predisposizione a esperienze percettive insolite. Dalle analisi condotte gli autori dello studio hanno scoperto che i viaggiatori riportavano significativamente più di un particolare tipo di esperienza: quelle note per essere associate ad anomalie neuro-elettriche nei lobi temporali del cervello, così come quelle associate a distorsioni nel trattamento dei dati basati sul processo mentale nel corpo.
Queste stesse persone, hanno mostrato di avere maggiori difficoltà a percepire e inquadrare la prospettiva di una figura mostrata loro sullo schermo di un computer.

Secondo i ricercatori, queste esperienze –anche nelle persone sane – sono frutto di allucinazioni, a loro volta frutto di anomalie nelle attività neuro-elettriche dei lobi temporali e altresì da alterazioni nel rappresentare il corpo da parte del cervello.
Peccato! Pensavamo già a un bel viaggetto tutto spesato e rilassante da qualche parte “la fuori”. Sarà per la prossima volta.
[lm&sdp]


Fonte

Copyright © 2009-2020 Maria Grazia Mauri

Webmaster Maria Grazia Mauri