I Marines si affidano all'agopuntura
il domenica 24 aprile 2011 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto

Il Pentagono ritiene che sia una disciplina adatta per curare la sindrome da stress post traumatico

L’agopuntura fa breccia nell’esercito americano, che ha deciso di mandare nelle sue basi in Afghanistan un gran numero di medici specializzati nell’antica disciplina cinese, un toccasana per i soldati affetti da varie tipologie di commozioni cerebrali, il trauma più diffuso tra i contingenti impegnati nelle operazioni belliche. Mentre i ricercatori non riescono ancora a capire come funzioni, i vertici del Pentagono hanno constatato empiricamente la sua efficacia nell’alleviare dolori fisici, stress e un’ampia gamma di malesseri che condizionano la vita di chi si trova sul fronte.

Il caporalmaggiore Tristan Bell, 22 anni, si trovava a bordo di un veicolo corazzato per un’azione di pattugliamento quando una bomba piazzata ai bordi della strada è esplosa improvvisamente. Il giovane è stato colpito violentemente alla nuca da una pesante radio, ed è svenuto all’impatto. Da quel momento inizia a vivere una serie di vicissitudini piuttosto comuni tra i veterani colpiti da traumi cerebrali: insonnia, mal di testa, deficit di memoria, calo d’attenzione e ansietà. «Quelle poche volte che mi addormentavo ero assalito da terribili incubi - racconta Bell - per cui cercavo di star sveglio il più a lungo possibile».

Poi viene a sapere di una sperimentazione in corso tra i soldati per verificare la validità dell’agopuntura, e decide di provare: «All’inizio ero scettico, e in più ho sempre detestato gli aghi - aggiunge Bell - ma avevo dolori dappertutto, non potevo continuare così. Insomma non avevo alternative». La notte dopo la prima seduta riesce a dormire otto ore, come non gli capitava da mesi. È l’inizio della rinascita. Si affida alle cure del dottor Keith Stuessi, che da novembre a oggi ha avuto ben 30 marines nelle sue mani, e torna in forma: «Oggi corro e mi alleno senza problemi – sorride il giovane sodato - ma soprattutto il mio umore ne ha tratti i maggiori benefici, ho ritrovato la serenità».

Stuessi è uno dei molti medici dell’esercito che ha partecipato ad un corso di 300 ore per imparare l’agopuntura, ma è in Afghanistan che coglie i vantaggi di questa pratica: «Ero convinto che potesse giovare a chi si fosse distorto una caviglia o avesse la schiena dolorante - ricorda - invece è uno strumento molto più potente di quel che mi potevo aspettare. Abbiamo constatato sul campo che è uno degli strumenti più utili per combattere la sindrome da stress post traumatico».

L’idea di affidarsi all’agopuntura è nata quando al Pentagono si sono resi conto che le cure tradizionali per queste patologie in molti casi non fossero sufficienti. Spesso si è fatto un massiccio ricorso ad antidolorifici, psicofarmaci, sonniferi e psicoterapeuti, ma, fa sapere in una nota ufficiale il Dipartimento dei Veterani, «ci sono ottime ragioni per ritenere questa pratica una valida alternativa agli altri trattamenti, anche perché costa poco e non ha praticamente effetti collaterali». Il dottor Stuessi non ha dubbi sul futuro della disciplina: «Tra qualche anno sarà una pratica standard, è formidabile. D’altronde i cinesi l’hanno capito con qualche millennio di anticipo..».



Fonte

Copyright © 2009-2020 Maria Grazia Mauri

Webmaster Maria Grazia Mauri