Neuropatia da chemio, benefici anche dall’agopuntura
il giovedì 08 dicembre 2011 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto

07/12/2011 - riduzione del dolore ai nervi cno l'uso degli aghi

I trattamenti di agopuntura possono ridurre il dolore causato dalla neuropatia indotta dalla chemioterapia per la cura dei pazienti affetti da cancro

La chemioterapia, a oggi, è uno dei metodi di trattamento del cancro più utilizzati. Nonostante ciò, non è priva di effetti collaterali, anche piuttosto seri: tra questi vi è una condizione chiamata “neuropatia periferica indotta”. Tale condizione affligge i nervi periferici, in particolare polpacci e piedi, ed è imputata di provocare anche forti dolori. I dolori possono diventare cronici e causare anche difficoltà a camminare.

Poiché al momento non vi sono rimedi efficaci disponibili, i ricercatori tedeschi dell’University Medical Center Hamburg-Eppendorf (Amburgo) coordinati dal dottor Sven Schroeder, hanno voluto valutare la possibile efficacia dell’agopuntura nel trattamento dei sintomi della neuropatia periferica indotta (CIPN).
Raccogliendo i dati relativi ai pazienti sofferenti di CIPN, i ricercatori ne hanno individuati 192. Di questi, 11 avevano sviluppato la neuropatia periferica a seguito di un ciclo di chemioterapia. All’invito degli scienziati, 6 pazienti hanno accettato di sottoporsi al trattamento con l’agopuntura; gli altri 5 rimanenti hanno fatto da gruppo di controllo.

Gli appartenenti al gruppo agopuntura sono poi stati sottoposti a 10 sessioni di terapia con gli aghi. Questa consisteva nell’infissione di 20 aghi in altrettanti punti, che sono poi stati lasciati in posa per 20 venti minuti a ogni seduta. Il trattamento, nel totale, è durato tre mesi.
Prima di iniziare il periodo di trattamento con l’agopuntura, i ricercatori hanno misurato la conduttività nervosa, la velocità di segnalazione, nonché l’intensità dei due nervi nello stesso polpaccio dei pazienti. Le stesse misurazioni sono state eseguite 6 mesi dopo la chemioterapia. Analogamente, le analisi sono state condotte negli appartenenti al gruppo di controllo appena terminate le sessioni di chemioterapia e poi 6 mesi dopo.

Passato il periodo, i partecipanti sono stati richiamati per la seconda valutazione neurologica. Agli appartenenti di entrambi i gruppi è stato chiesto di riferire cosa fosse cambiato nella loro condizione o se non fosse cambiato nulla. Dopo di che, i partecipanti sono stati sottoposti a esame clinico che ha evidenziato come tutti i pazienti mostrassero una miscela di intorpidimento al tatto e dolore ai nervi. Un danno al nervo surale è poi stato rilevato per mezzo ulteriori studi sulla conduzione.
Ciò che apparso subito evidente è stato un miglioramento sia nella velocità che nell’intensità della segnalazione da parte del nervo, in cinque dei 6 pazienti appartenenti al gruppo agopuntura. Questi stessi pazienti hanno anche riferito che la loro condizione generale era migliorata.

Nei cinque pazienti del gruppo di controllo si è invece riscontrato: un valore invariato nella velocità in tre pazienti, un miglioramento e un peggioramento nei rimanenti. L’intensità invece è rimasta la stessa in un caso, è migliorata in due ed è peggiorata in altri due casi.
In base allo studio sulla conduzione nervosa «I dati raccolti suggeriscono che l’agopuntura ha un effetto positivo sulla CIPN – scrivono i ricercatori – misurata in base a parametri oggettivi».
Questi risultati sono simili a quelli segnalati nei pazienti con danni al sistema nervoso provocati dal diabete e quelli con neuropatia periferica di causa sconosciuta, aggiungono gli autori, suggerendo poi che questo studio pilota merita ulteriori e più approfondite indagini.
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