Figli uccisi dal vaccino, negato il risarcimento
il lunedì 25 maggio 2009 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


GIUSTIZIA E MEDICINA. Il giudice ha respinto la richiesta e imposto di pagare anche le parcelle

Tremante: «Lotteremo contro l'arroganza delle istituzioni»

Giorgio Tremante ha perso una battaglia, ma non la guerra. Il senso della sconfitta è però pesante tanto che per la prima volta, in tanti anni, una ruga di rassegnata amarezza compare sul suo viso.
Tremante è il padre di Marco e Andrea i due figli morti nel 1971 e nel 1980 a causa della somministrazione obbligatoria del vaccino antipolio, come riconobbe la stessa commissione medica del ministero della Sanità nel 1995, mentre il terzo figlio Alberto, che oggi ha 34 anni, per lo stesso motivo rimase cerebroleso e tetraplegico con gravi problemi di insufficienza respiratoria.
Ebbene, nei giorni scorsi, la causa civile per la richiesta di risarcimento danni morali e materiali, intrapresa da Tremante nel 1990, ha ottenuto una sentenza: il giudice monocratico Antonella Guerra ha ritenuto di respingere la richiesta, imponendo allo stesso Tremante di pagare le parcelle per le perizie svolte in questi anni, motivando che «non si può ritenere che all'epoca sussistesse, secondo le regole della migliore ars medica, un obbligo generalizzato di preventiva effettuazione di analisi volte ad accertare eventuali deficit immunitari», né esisteva «in altri paesi all'epoca delle vaccinazioni o raccomandati dalla migliore letteratura scientifica, sempre dell'epoca». Per queste motivazioni il giudice ritiene che non sia provata la colpevolezza del ministero e aggiunge: «La tragicità degli eventi accaduti agli attori, che comprensibilmente li hanno portati a cercare pervicacemente le cause e i responsabili, unitamente al contrasto giurisprudenziale esistente al momento della proposizione della domanda, giustificano ampiamente la compensazione delle spese».
Per Tremante è incomprensibile come la magistratura possa negare un risarcimento quando lo stesso ministero della Salute, lo scorso ottobre, ha deliberato di indennizzare il padre per le morti dei figli Andrea e Marco, e di disporre il pagamento di 274.997,52 euro, per altro non ancora liquidati, per i gravi danni subiti da Alberto. «È una schizofrenia inaccettabile», dice Tremante sottolineando che «avessi preso un centesimo o un miliardo, il giorno dopo li avrei messi a disposizione di una fondazione per la ricerca». È allibito per come la sua famiglia è stata trattata e ritiene incomprensibile che le istituzioni non vogliano ammettere la mole di danni ed effetti collaterali irreversibili causati dalle vaccinazioni. Inoltre Tremante sottolinea che anche oggi i test per verificare la compatibilità con un eventuale vaccino non sono obbligatori, né consigliati tanto che ricorda che solo nel Veneto «dal 1993 al 2005 sono stati registrati dall'ufficio screening della Regione, 4mila casi di danni più o meno gravi da vaccino».
Per questo in qualità di rappresentante di danneggiati da vaccino italiani, ammesso dal passato Governo a far parte dei tavoli di concertazione ministeriali, Tremante aveva proposto che la prassi medica per individuare la compatibilità con i vaccini eseguita nella sola regione Veneto, venisse estesa alle altre regioni.
«Io e mio figlio Alberto siamo rimasti soli a lottare disperatamente contro l'arroganza delle istituzioni e l'indifferenza della collettività per dimostrare questa ancora sconosciuta verità di quanto i vaccini uccidono o creano disabilità». Ma, appunto, Tremante ha perso una battaglia, non la guerra, e finché avrà fiato continuerà a battersi perché altri genitori non abbiano a vivere l'inferno che la sua famiglia ha passato.G.C.

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