Medicine non convenzionali, riparte la discussione sul disegno di legge
il martedì 19 ottobre 2010 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


Decisa l'istituzione di un gruppo di lavoro misto - Commissione e governo - per la fattibilità

Carissimi lettori, continua questo viaggio nel mondo della medicina complementare ed in particolare sugli aspetti legislativi ad essa legati. Ospitiamo il parere del Senatore Daniele Bosone , Vice Presidente Commissione Sanità del Senato della Repubblica, e relatore del progetto di legge finalizzato alla regolamentazione delle discipline complementari.
Sono sicuro che questa volta, per l'autorevolezza e la competenza dell'autore , molti lettori vorranno prendere parte alla discussione o quantomeno lasciare un loro commento.
Allora, come sempre, vi sollecito ad intervenire e lasciare traccia del vostro pensiero nello spazio a voi dedicato......e buona lettura!

Regole per le medicine non convenzionali: una necessità per il Paese.
Il dibattito sulle medicine non convenzionali nel nostro Paese si protrae ormai da quindici anni. All'esame della Commissione Igiene e Sanità del Senato vi sono quattro disegni di legge, sia di maggioranza sia di opposizione, cui da ultimo se ne sono aggiunti altri tre relativi alle discipline del benessere, che, pur se discussi congiuntamente, è opportuno comunque tener distinti dai primi che riguardano più propriamente aspetti medici.

A seguito di audizioni tenutesi presso la Commissione – utili per acquisire pareri e indicazioni da parte degli esperti di settore e delle altre istituzioni che si occupano di medicine non convenzionali –, in qualità di relatore dei disegni di legge ho presentato un testo unificato da adottare come testo base per il prosieguo della discussione.
Nella stesura ho tenuto conto anche di quanto, nel corso delle sedute, abbiamo potuto recepire riguardo a idee diverse sull'impostazione di temi cruciali, quali, ad esempio, la modalità formativa, la creazione dei registri dei professionisti, l'introduzione di alcune pratiche nei Livelli essenziali di assistenza.

Sono state così poste le fondamenta per poter procedere con l'esame del provvedimento e giungere finalmente a regolare un settore delicato, che riguarda un numero sempre crescente di cittadini che scelgono di affidare le proprie cure a tali discipline.

Vero è che le medicine complementari, a torto o a ragione, hanno sempre subito nel nostro Paese una sorta "ghettizzazione" da una parte della comunità scientifica, non a caso anche alcune operazioni poste in atto da Istituzioni che avevano lo scopo di documentare il cittadino ad esempio sull'uso dell'omeopatia (vedi opuscolo redatto lo scorso anno dal Comune di Milano) sono state fortemente criticate da comparti del mondo accademico. È per questo che il tema deve essere affrontato cercando di liberarsi da preconcetti derivanti da una formazione culturale che non consente di comprenderne a fondo le peculiarità, per poter così uscire da una situazione caotica, dipanare la matassa e porre rimedio ai forti ritardi nella regolamentazione del settore.

È necessario, infatti, che si pervenga quanto prima all'approvazione di una legge che riconosca la «doppia libertà», di scelta terapeutica del singolo e di cura da parte dei medici, adempiendo compiutamente allo spirito dell’articolo 32 della Costituzione e tutelando quindi la salute dei pazienti e la professionalità di coloro che si sono formati per poter esercitare le terapie e le medicine non convenzionali. Libertà di scelta che non può peraltro prescindere dalla piena informazione dei possibili e diversi approcci diagnostici e terapeutici e dalla piena disponibilità dei medicinali usati dalle diverse MNC.

Sono invero oltre undici milioni gli Italiani che ricorrono alle medicine non convenzionali: occorre regolamentarle e offrire certezze a medici e pazienti con una legge del Parlamento, per fare in modo che non si giunga a una frammentazione del Sistema sanitario che si avrebbe invece qualora, nel silenzio del legislatore nazionale, le singole regioni vi provvedessero autonomamente.

Vi è poi una normativa europea in evoluzione: l'Italia ha recepito la direttiva sui farmaci e l'AIFA ne sta dando attuazione, con particolare riguardo ai farmaci omeopatici, consentendo così alle aziende del settore di procedere alla registrazione dei preparati già presenti sul mercato e alla messa in commercio di nuove specialità, offrendo in tal modo un indubbio vantaggio all'intera collettività e ai medici che dal 1995 vedono limitate le proprie possibilità di cura.

Va inoltre evidenziato che esistono ancora numerosi miti da sfatare con riferimento alle medicine non convenzionali, anche fra persone addette ai lavori, che compiono un vero e proprio errore concettuale considerandole come "alternative" alla medicina tradizionale e non come "complementari" ad essa.
Tali medicine invero costituiscono un'opportunità in più per quanti le scelgono: la medicina, infatti, deve avere un orizzonte aperto a ogni nuova metodologia di cura che abbia una base scientifica documentata e che abbia come fine la tutela della salute dei pazienti.
A tale scopo occorre una legge che disciplini la formazione dei medici e la professione in sé per limitare gli spazi in cui si possano inserire cialtroni e non esperti. La scorsa settimana, a seguito delle insistenze per riprendere la discussione del disegno di legge ormai ferma da diversi mesi, è stata decisa, in accordo col Governo, l'istituzione di un gruppo di lavoro misto – Commissione e Governo – per valutare fattibilità e contenuti della legge stessa in tempi congrui.

Sen. Daniele Bosone
vicepresidente Commissione Igiene e sanità
Senato della Repubblica

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