Omeopatia e medicina ufficiale, la guerra continua
il venerdì 22 maggio 2009 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


Il Gruppo 2003, un raggruppamentoo di scienziati italiani che lavorano in Italia, ha dichiarato di essere contrario all'equiparazione della medicina alternativa alla medicina ufficiale come agopuntura, omeopatia, chiropratica e fitoterapia.

L'Associazione Pazienti Omeopatici, APO Italia onlus, ieri ha risposto a questa posizione presentando i dati della medicina non convenzionale: un mondo di pazienti che in Italia conta ben 14 milioni di cittadini e più di 20.000 medici esperti in omeopatia.
Come dice Vega Palombi Martorano, presidente dell'associazione APO Italia, è un mondo che si muove insieme, alleati pazienti e medici, stanchi di doversi difendere dai continui attacchi che la corporazione dei medici accademici rivolge a questa antica e collaudata terapia.

E continua affermando che gli attacchi dei medici riuniti nel "Gruppo 2003", non a caso, si ripetono puntualmente ogni qualvolta si intraprende una qualsiasi iniziativa, anche atta ad informare il pubblico sull'utilizzo appropriato di tali Medicine.
Questa volta si è addirittura rivolto un appello a ricercatori e cittadini affinché firmino contro l'iniziativa della Regione Lombardia che, attraverso il suo Istituto Regionale di Ricerca (IReR), sta pubblicando un corposo volume di 250 pagine dal titolo "Studio sull'implementazione delle linee guida OMS per lo sviluppo dell'informazione al consumatore e per l'utilizzo appropriato della Medicina Complementare in Lombardia".

Senza togliere alcun merito alle cure tradizionali, che talvolta rappresentano un salvavita, esistono oltre dieci milioni di cittadini italiani i quali hanno raggiunto il loro equilibrio psico-fisico con la Medicina omeopatica. In Toscana sono stati istituiti e potenziati circa 60 ambulatori pubblici che erogano prestazioni di Medicine non Convenzionali (prevalentemente agopuntura, omeopatia e fitoterapia); è nato l'Ospedale di Medicina Integrata di Pitigliano (Grosseto), nel quale queste Medicine sono "scese in corsia" e dove si potrà avviare anche una appropriata ricerca scientifica; è stato attivato nell'Università di Siena un Master di II livello in Medicina Integrata, Ma quali sono gli interessi che possono spiegare questo accanito ostracismo ad una Medicina dolce, non violenta e non tossica? In molti Paesi europei questa Medicina non solo è riconosciuta ma è anche parzialmente rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale.E' necessario che la Medicina omeopatica sia regolamentata e al più presto per evitare che improvvisatori e ciarlatani o persone senza una laurea in medicina, oppure senza conoscenza della materia, pratichino abusivamente questa terapia senza esserne all'altezza. Non esistono ancora Albi di medici omeopatici presso tutti gli Ordini regionali dei medici (OMCeO) tanto che, quotidianamente e da tutta Italia, da parte di persone più o meno disperate arrivano all' associazione APO richieste di nominativi di omeopati seri e preparati.

Si può anche aggiungere ulteriormente che nell'ambito del convegno di Fitoterapia e integrazione alimentare nel malato oncologico svoltosi a Milano presso l'Istituto nazionale dei tumori il 22 23 aprile u.s. i medici che sono intervenuti hanno evidenziato e sottolineato la necessità di integrazione delle medicine complementari utili come supporto ai protocolli terapeutici stabiliti.Perchè questa stessa rispondenza e collaborazione non può esserci anche dall'altra parte? Tra l'altro è proprio il paziente oncologico che più si rivolge alla medicina non convenzionale:a Firenze è il 70% dei malati che vi ricorre.

In Friuli presso l'Ospedale di Monfalcone si può accedere a queste terapie gratuitamente su richiesta perchè finanziate dalla regione stessa, attraverso il gruppo AMEC(associazione medicina e complessità), così come esiste il gruppo di studio MeTeCO(medicine e terapie complementari in oncologia) all'interno dell'Istituto Nazionale Tumori di Milano dal 1998.

Non saranno mica solo gruppi isolati di medici farneticanti e perditempo!

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