Alzheimer, la musicoterapia può risvegliare i ricordi

mariagrazia, sabato 19 dicembre 2009 - 15:56:27


Gian Ugo Berti

La musica può giovare alle persone affette da questa grave patologia neurologica . Esiste nel cervello infatti un'area dei 'ricordi musicali' che resta intatta nonostante la degenerazione che la malattia produce. Le esperienze dell'Università di Pisa

PISA – Le parole di “O’sole mio”,come quelle dell’Inno di Mameli e di molte canzoni popolari non si dimenticano mai. Sono capaci perfino di superare una malattia grave come l’Alzheimer” (500 mila casi in Italia). Lo stesso si può dire della musica in genere. Se il cervello le ha sentite e memorizzate anche in un lontano passato, le ricorda. Anzi, stimolare il paziente a cantarle o ad ascoltare note e melodie conosciute può dare spesso vantaggi. E’ il parere di Michelangelo Mancuso, della Clinica Neurologica all’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana, diretta dal prof. Luigi Murri.

Una cura che non costa nulla – La musicoterapia si sta dimostrando sempre più un valido supporto di cura (non certo di guarigione) capace di migliorare e ridurre i disturbi comportamentali. Sembra infatti rappresentare una via d’accesso privilegiata per contattare il cuore dei malati che, malgrado la forte degenerazione mentale, preservano intatte certe abilità e competenze musicali fondamentali quali l’intonazione, la tonalità ed il ritmo.

“Tu sei il mio raggio di luce” – “Rosa è una donna di 80 anni – racconta Mancuso – vive in una casa di riposo ed è affetta da demenza di Alzheimer. Quando parla usa monosillabi, appare indifferente a tutto ciò che la circonda e non è autosufficiente per i bisogni personali. Tuttavia quando riceve la visita di una musicoterapista, l’accoglie cantando “Tu sei il mio raggio di luce” e le sue parole sono chiaramente comprensibili. Il suo canto è melodioso ed è accompagnato da un’emotività espressiva” .

Fa crescere l’autostima – Attraverso l’applicazione di tecniche particolari, migliora la qualità della vita e del comportamento, anche mediante l’aumento dell’autostima e della considerazione di sé stessi, oltre a stimolare memoria e socializzazione. Durante le sedute può capitare che i pazienti ascoltino e cantino canzoni popolari, danzino o vengano coinvolti in danze semplici, sovente con l’accompagnamento di strumenti a percussione.

Il “miracolo” di “O’sole mio” - La canzone popolare e gli strumenti musicali, unitamente al “ballo”, aiutano a rallentare i processi degenerativi e migliorano le condizioni generali.

Fonte


questo oggetto è tratto da Da Cuore a Cuore
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