Figli: a volte ritornano
il martedì 26 maggio 2009 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


Adulti e con un'occupazione regolare, ma spesso con un fallimento affettivo alle spalle: sono i figli di ritorno, quelli che bussano alla porta di mamma e papà per chiedere di occupare la cameretta di quando erano adolescenti. In attesa di tempi migliori. Di Paola Emilia Cicerone
Mario ha deciso quando si è separato dalla moglie: nella casa coniugale sono rimasti i bambini con la sua ex, e affittare un nuovo appartamento era troppo oneroso. Meglio accettare l'offerta dei genitori, rioccupando almeno temporaneamente la sua camera di ragazzo. Giovanna invece non ha avuto scelta, o almeno così dice: dopo la morte di suo padre la mamma, pur autonoma, non se la sentiva di stare da sola, e tornare per condividere con lei il grande appartamento di famiglia è stato quasi naturale. Altri scelgono di tornare a vivere coi genitori per superare un momento difficile, la fine di una relazione o una fase di disoccupazione, riprendendo fiato in attesa di tempi migliori. Si tratta di un fenomeno diffuso, e in aumento.
Secondo un censimento realizzato dall'Associazione matrimonialisti italiani, i «figli di ritorno», soprattutto mariti separati, sarebbero almeno 500.000. «In maggioranza soggetti tra i 40 e i 55 anni», spiega il presidente dell'associazione Gian Ettore Gassani. Anche perché oggi ci si sposa sempre più tardi, spesso rimanendo a casa dei genitori fino a prima del matrimonio. «La Corte di Cassazione poi ha recentemente decretato che i figli devono essere mantenuti fino a quando non raggiungono l'indipendenza economica, senza stabilire un limite di tempo preciso. E quando il matrimonio va in crisi un separato su quattro rientra a casa dei genitori», prosegue l'avvocato Gassani. «In molti casi sono operai e impiegati che non riescono a pagare gli alimenti e allo stesso tempo mantenere un appartamento». Il problema è reale, tanto che stanno cominciando a nascere i primi spazi organizzati per padri separati che non possono permettersi una casa ma hanno bisogno di un luogo dove accogliere i figli. E qualche Regione, come la Liguria, ha approvato leggi a tutela dei padri in difficoltà.

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