Appello all'OMS: "Basta con l'omeopatia nel Terzo mondo"
il giovedì 04 giugno 2009 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


Un nutrito gruppo di medici e scienziati britannici ha sottoscritto un appello all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel quale si chiede una condanna pubblica e l’interruzione di ogni sovvenzionamento a organizzazioni o strutture che somministrano prodotti omeopatici a pazienti di Paesi in via di sviluppo affetti da malaria, AIDS o tubercolosi. Lo annuncia il quotidiano inglese Guardian.

Nonostante l’omeopatia sia del tutto inefficace contro patologie come quelle che causano milioni di morti in Asia o in Africa, l’OMS collabora a vario titolo con organizzazioni nazionali che promuovono l’utilizzo di omeopatia o medicine alternative. Ai pazienti vengono fornite informazioni del tutto tendenziose, affermando che i rimedi omeopatici sono più economici e hanno minori effetti collaterali: è vero, peccato che non abbiano effetti curativi su malaria, AIDS e tubercolosi!

“Quelli di noi che lavorano nelle zone rurali più povere del pianeta hanno già abbastanza problemi a far arrivare l’assistenza sanitaria e i farmaci che sono necessari a questi pazienti”, scrivono i medici nell'appello all’OMS. “Quando l’omeopatia viene somministrata al posto di trattamenti efficaci, si ottiene soltanto di perdere vite umane”.

“La strategia OMS riguardo all’omeopatia non è chiara, e questo è scioccante”, attacca Daniella Muallem, biofisica dell’University College di Londra. “Il modo in cui i rimedi omeopatici sono venduti o prescritti da alcuni medici è pericoloso e del tutto antietico”.

Raymond Tallis, professore emerito di Geriatria alla Manchester University va giù duro: “Le conseguenze catastrofiche della promozione di trattamenti irrazionali e inefficaci contro patologie gravi è già stata dimostrata in Sudafrica, dove le politiche di Thabo Mbeki hanno causato almeno 365.000 morti premature evitabili”.

Fonte: Sample I. British scientists ask WHO to condemn homepathy for diseases such as HIV. Guardian 01/06/2009.
david frati

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