ADHD - Sindrome da deficit di attenzione e iperattività, esiste davvero?
il giovedì 21 maggio 2009 Stampa il Contenuto Crea file pdf del Contenuto


Ritalin, Concerta, Equasym, Medikinet, Rubifen, tutti psicofarmaci che hanno una caratteristica in comune.

Sono i molti nomi di un composto chiamato Metilfenidato,uno stimolante utilizzato per la cura della sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD), una "nuova" malattia che, secondo alcuni ricercatori, colpisce un gran numero di bambini.

Questa sindrome, per definizione, è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso e in
taluni casi impedisce il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini.

Questa sindrome, secondo voci "malevoli", sembrerebbe l’ennesima malattia inventata in questi anni per riempire le già gonfie casse della farmaceutica, infatti la descrizione dei sintomi è troppo generica e comunque coincide con quella "malattia" che nei decenni scorsi veniva chiamata semplicemente "eccessiva vivacità" o "disattenzione", curata con qualche parola e qualche sberla da genitori che ancora non erano a conoscenza di avere a che fare con una malattia.

Ed il bello è che questa cura funzionava!

Il disturbo si ritiene abbia una causa genetica e sia anche legato a fattori morfologici cerebrali, fattori prenatali e perinatali, fattori traumatici.

Ma secondo molti ricercatori questa tesi è pura fantasia e non ci sono prove certe a riguardo, inoltre la malattia sembra scomparire con il passare degli anni (si cresce e si matura), questo avvallerebbe la tesi di molte organizzazioni come "Giù le mani dai bambini", secondo la quale ci sarebbero una serie di speculazioni
su quella che è stata classificata una malattia ma che in realtà è l’ennesimo modo "scorretto" e pericoloso di fare soldi. L’industria farmaceutica e molti medici ad essa collegata propongono l’uso di psicofarmaci per sedare i bambini troppo "vivaci" o per risvegliarne l’attenzione.

Nel trattamento dell’ADHD, il Metilfenidato, viene utilizzato come parte di un programma di trattamento piuttosto articolato, che comprende interventi psicologici, educativi e sociali, tutto ciò quando le altre misure non si sono dimostrate efficaci nel modificare il comportamento (fonte) .

Sfortuna vuole che questa sostanza abbia qualche "piccolo" effetto collaterale...

Essi sono: rischi cardiovascolari quali ipertensione, aumento del ritmo
cardiaco e aritmie cardiache e rischi cerebrovascolari come emicrania, accidenti cerebrovascolari quali l’ictus, l’infarto cerebrale, la vasculite cerebrale e l’ischemia cerebrale.

A livello psicologico l’uso del Metilfenidato può causare o peggiorare alcuni disturbi psichiatrici, come la depressione, pensieri suicidari, ostilità, psicosi e mania.

Inoltre non si conoscono gli effetti a lungo termine sullo sviluppo sessuale del bambino o sul suo sviluppo psicologico.

Il Comitato per i Medicinali ad Uso Umano dell’EMEA (CHMP), ha stabilito che non è necessaria alcuna restrizione urgente dell’uso dei medicinali a base di Metilfenidato e si è limitato ad aggiornare le prescrizioni sulla loro utilizzazione nella cura dell’ADHD.

Secondo l’EMEA tutti i pazienti devono essere controllati per verificare se abbiano alterazioni della pressione arteriosa o del ritmo cardiaco, inoltre bisognerebbe verificare che nella storia familiare non ci siano patologie cardiovascolari.

Bisogna monitorare pressione arteriosa e ritmo cardiaco durante il trattamento con Metilfenidato ed interrompere il trattamento almeno una volta all’anno per verificare che non ci siano stati danni a causa di questo medicinale.

Secondo voi è giusto usare psicofarmaci o anfetamine se i vostri figli sono vivaci o disattenti?

E’ lecito dargli farmaci pericolosi per una malattia che in realtà non esiste?

Per alcuni sì, soprattutto per le case farmaceutiche.

Fonte

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